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Restauro conservativo dipinto su tela raff. “Lo Sposalizio della Vergine” Chiesa S. Domenico Lucera -Foggia-

Opera del 1728 attribuita all' Artista Paolo De Maio

Restauro conservativo dipinto su tela raff. “Lo Sposalizio della Vergine” Chiesa S. Domenico Lucera -Foggia-

Descrizione storico – artistica: Secondo la tradizione apocrifa “Giuseppe, già in età avanzata, si unì ad altri celibi della Palestina, tutti discendenti di Davide, richiamati da alcuni banditori provenienti da Gerusalemme. Il sacerdote Zaccaria aveva infatti ordinato che venissero convocati tutti i figli di stirpe reale per sposare la giovane Maria, futura madre di Gesù, allora dodicenne, che era vissuta nove anni nel Tempio. Per indicazione divina questi celibi avrebbero condotto all’altare il loro bastone; Dio stesso ne avrebbe poi fatto fiorire uno indicando così il prescelto. Zaccaria, entrato nel Tempio, chiese il responso nella preghiera, poi restituì i bastoni ai legittimi proprietari: l’ultimo era quello di Giuseppe, era in fiore e da esso uscì una colomba che si pose sul suo capo”.Il dipinto commissionato nel 1728 dalla famiglia Della Rocca rappresenta ciò che nei testi apocrifi veniva narrato, con le dovute varianti personali, il ruolo ufficiale di san Giuseppe protagonista con la Sposa della celebrazione del sacro rito. Giuseppe, Maria e il Sacerdote formano un “ideale triangolo” su cui si concentra tutta l’attenzione descrittiva poi arricchita da accessori ed elementi di sfondo atti a rendere più efficace il messaggio trasmesso. Il primo piano è dominato dalle tre figure: Maria, Giuseppe , il Sacerdote, a cui fanno ala i cortei delle fanciulle e dei giovani pretendenti. Il Sacerdote, perno della composizione, volge lo sguardo sul vangelo retto dalla mano sinistra,  mentre la mano destra è in segno di benedizione sulle mani destre degli sposi ; Maria porge la mano a cui Giuseppe infila l’anello nuziale, simbolo del vincolo del matrimonio. I gesti hanno molta importanza: segnano il fulcro della scena e legano tra loro i protagonisti; anche gli sguardi convergono e si incontrano nel centro. Giuseppe tiene nella mano sinistra la verga fiorita miracolosamente (segno divino dalla designazione dello sposo); egli è rappresentato come un uomo maturo, viene dipinto con la barba , segno di maturità e saggezza, veste l’abito antico dai tradizionali colori: giallo (simbolo del sacerdozio e di coloro che vivono “a cavallo” tra il mondo materiale e spirituale) e verde cupo (simbolo delle energie terrestri di forza e di sostegno). I piedi scalzi simboleggiano l’umiltà, dote che lo distingue o , secondo altra interpretazione, inducono al confronto con Mosé che sul m. Sinai si tolse i sandali per rispetto alla sacralità del luogo.Maria  vestita di rosso ad indicare la sua umanità e di blu la divinità di cui è stata investita come madre di Cristo.In secondo piano, a differenza delle rappresentazioni più note vedi quella di Raffaello, le ancelle vengono raffigurate alle spalle di Giuseppe, inginocchiate in segno di venerabilità, mentre dietro Maria non vi sono pretendenti raffigurati con verghe sterili bensì due ragazzi in veste di assistenti del sacerdote nella funzione del culto.La figura della colomba simbolo dello Spirito Santo e testimonianza della scelta divina.